La tragedia di Belgorod ha dimostrato che le terribili previsioni degli psicologi sull’aumento dell’aggressività nella società sono vere. Mark Sandomirsky, candidato a scienze mediche, psicoterapeuta del Registro europeo, commenta la situazione.
La mattina del 23 aprile, nel corso della trasmissione radiofonica, ho discusso con il politologo Dmitry Oreshkin il problema della crescente aggressività nella nostra società. Dmitry ha detto che sia l’aggressività di massa in sé che, ancor più, la paura di essa vengono alimentate artificialmente. Ho cercato di obiettare. Da un punto di vista socio-psicologico, le cause dell’aggressività nella società sono molto più gravi. Non sono riuscito a far cambiare idea al mio avversario.
Lo stesso giorno si è verificata una tragedia a Belgorod: il 32enne S. Pomazun, tre volte condannato, ha rubato la carabina da caccia del padre e ha sparato a tre commessi di un negozio di armi e ad altri tre passanti (tra cui due studentesse). Secondo i media, nel dicembre 2012 è stato dimesso da un ospedale psichiatrico chiuso dove era detenuto in base a una sentenza del tribunale. Questo triste caso, che ha avuto un’ampia risonanza pubblica, è un chiaro esempio di aggressione nella sua manifestazione estrema. È causata da una psicopatologia.
Se separiamo l’aggressione politicizzata da quella non politicizzata, la prevalenza di quest’ultima, a mio avviso, è molto più alta. Il «livello di tensione» e il livello di aggressività nella nostra società stanno crescendo. I malati mentali se ne accorgono prima degli altri e reagiscono in modo patologicamente aggressivo. Ma dietro ogni caso del genere ci sono problemi di salute della società nel suo complesso. Purtroppo, la crescente aggressività della società è un fenomeno naturale, presente anche nei Paesi occidentali sviluppati e democratici. Le sue cause non sono né superficiali-propagandistiche né populistiche-politiche, ma profonde-psicologiche. La diffusione delle cosiddette epidemie sociali (criminalità violenta, tossicodipendenza, sette distruttive, terrorismo) è legata allo stato della società stessa e alla sua salute mentale, non alla manipolazione politica o mediatica della coscienza pubblica.