Se il figlio è cresciuto

Se il figlio è cresciuto

Chi è dunque, dal vostro punto di vista, il vero capofamiglia? Chi vi considerate nel sistema di queste relazioni, perché ne siete parte diretta? Inconsciamente, svolgete il ruolo di «cardinale grigio», perché siete voi ad assumere il ruolo di paciere e vi preoccupate dell’ordine nel vostro «dominio»? Se padre e figlio si immaginano solo come leader, il vero leader esiste già. Ovviamente, siete voi. Di conseguenza, per voi l’instaurazione di relazioni tra marito e figlio non può che consistere nel privarli anche solo delle pretese di questa posizione. Cercherete piuttosto di diminuire la competizione tra i vostri uomini, ma fino a un certo punto. Quando vostro figlio era giovane, avete lasciato che fosse vostro marito a comandare. Altrimenti, non avrebbe mai avuto l’idea di competere con il proprio figlio. Il forte «elefante» non ha motivo di prestare attenzione al «muschio», è semplicemente al di sotto della sua dignità. Ma ha solo bisogno di rivendicare costantemente i propri privilegi, di dimostrare la propria superiorità, di affermarsi, prima di tutto ai propri occhi. La situazione di vostro figlio è molto più difficile: in primo luogo, è già contrapposto a voi e a suo padre; in secondo luogo, ha bisogno di realizzarsi in qualche modo, di far valere i propri diritti.

È anche impossibile che perdiate la vostra leadership perché vostro marito non è più in grado di comandare, vostro figlio non lo è ancora. Prima di tutto, dovete ricordare che la situazione peggiora di giorno in giorno: siete stati abbastanza saggi da permettere al vostro partner di essere ingannato sul vero stato delle cose. Ora, però, ha un secondo concorrente. Il padre sentirà sempre più la sua vulnerabilità e cercherà in tutti i modi di nasconderla. Il figlio continuerà a cercare di «elefantizzare» per voltargli le spalle, per mostrare a tutti la sua vera debolezza. Voi resterete involontariamente ancora lo stesso a rassicurare il vostro coniuge, sinceramente attratto dall'»elefante» come forza potenzialmente più indistruttibile, nella speranza di potersi un giorno addirittura nascondere dietro di lui. Forse, facendo questi paragoni, sto esagerando un po’ la situazione, ma per voi diventa più chiara ed evidente.

Dovrete continuare a rafforzare la leadership immaginaria di vostro marito, mentre gradualmente, per quanto sia difficile per voi, passerete le «redini del potere» a vostro figlio, perché altrimenti prima o poi le prenderà in mano. Allo stesso tempo, dovrete gradualmente «mettervi in mezzo», dovendo prendere su di sé l’intero «colpo». Più «distanza» riuscirete a separare il «giovane elefante» e lo «scroccone» l’uno dall’altro, maggiore sarà il vostro successo.

In questa situazione dovete aiutare vostro figlio a trovare indipendenza e autonomia, anche da voi stessi. Non dovete impedire a vostro figlio di farlo, il resto lo farà da solo. È improbabile che suo marito accetti di sottoporsi a un ciclo di psicoanalisi, anche se in questo caso potrebbe superare il suo status. La difficoltà è che i «muschi» raramente cercano di diventare davvero più forti: la vista di un elefante li spaventa fin dall’infanzia…