Protesta notturna

Protesta notturna

Se mandi tuo figlio a scuola a sei anni, come andrà a finire per lui? Inoltre, sono in attesa del mio secondo figlio, dopo le notti insonni è difficile per il bambino seguire le lezioni, avrò poco tempo per i compiti e in generale l’attenzione verso il maggiore sarà minore. Inoltre, vorrei davvero far praticare a mio figlio fino all’età di 7 anni uno sport professionistico, sebbene anche lui soffra di enuresi notturna. Cosa dovremmo fare con lui? Evgenia, 30 anni

A prescindere dall’età in cui si dà al bambino la possibilità di andare a scuola, di per sé non si rivelerà nulla di negativo per lui, se la famiglia è serena e i genitori sostengono il bambino.

Ma se la famiglia è un disastro, i problemi non saranno evitati, anche se si dà il bambino a scuola dall’età di otto anni.

La scuola a partire dai sei anni, lo sport professionistico, la pipì a letto, la nascita di un «concorrente» più giovane (e questo è il modo in cui il bambino più grande percepisce l’aspetto del bambino più piccolo): tutto questo è proprio come il terribile disordine in famiglia, che, a quanto pare, vi infastidisce.

In fondo, la pipì a letto è molto spesso una tipica reazione di protesta del bambino. Il bambino sta protestando contro ciò che sta accadendo intorno a lui, ma a causa della sua età, non solo non riesce a esprimere la sua protesta, ma non riesce nemmeno a rendersene conto, così al suo posto urla… la sua vescica! In senso figurato, un bambino che fa la pipì a letto cerca involontariamente e inconsciamente di rovinare, o meglio, di bagnare le lenzuola di chi gli ha organizzato una vita del genere. Siete pronti ad arrabbiarvi con lui per questo?

E come reagite quando il vostro capo al lavoro vi chiede di svolgere più compiti contemporaneamente, a volte anche reciprocamente esclusivi, senza preoccuparsi delle vostre condizioni di lavoro; e quando non riuscite a farcela, vi chiede con il cuore spezzato: «Cosa dovrebbe fare con voi»? Non protesterete? Molto probabilmente direte: «Sarebbe meglio se mi licenziasse piuttosto che maltrattarmi in questo modo!». Avete l’impressione che il bambino stia solo interferendo con voi in questo momento. Naturalmente, voi non permettete che questo si realizzi (sembra che vogliate solo «darlo allo sport professionistico» in modo abbastanza innocuo), ma lui lo sente molto bene. Alla fine, alla domanda finale — cosa dovreste fare con lui — posso rispondere solo una cosa: la stessa cosa che tutti i genitori fanno con i loro figli — amare, curare, aiutare, sostenere, proteggere, incoraggiare, coinvolgere, sviluppare, guidare, insegnare le norme di moralità e le regole di comportamento con l’esempio.