Gli scienziati statunitensi Tony Kalasanti e Neil King hanno analizzato 96 siti web che pubblicizzano tecniche anti-invecchiamento. Dall’analisi è emerso che le pubblicità dei prodotti per il ringiovanimento sono rivolte a persone caucasiche (bianche) abbastanza ricche, con hobby prestigiosi e costosi (viaggi, alcuni sport) e eterosessuali. I ricercatori ritengono che l’invecchiamento degli uomini sia associato a un calo dei livelli di testosterone e venga rappresentato come una sorta di malattia, una «moderna epidemia maschile» che deve essere contrastata. Una caratteristica della pubblicità è la contrapposizione tra uomo e donna, in cui l’uomo «vero» è rappresentato come dominante, forte, attivo, sessuale, mentre la donna è solo l’oggetto del suo desiderio.
Gli uomini affascinati da queste pubblicità devono essere avvertiti: le leggi naturali dell’età non sono legate solo alla perdita di mascolinità di cui si parla nelle pubblicità. Esistono altre conseguenze psicologiche e fisiologiche dell’invecchiamento, la cui tempestiva accettazione è necessaria per una vecchiaia prospera.
SECONDA GIOVINEZZA
Le scienziate americane Joanne Montepare e Margie Luckman dell’Università di Boston hanno studiato se esistono discrepanze tra l’età reale e quella psicologica.
Ad esempio, gli adolescenti si attribuiscono un’età maggiore di quella reale. Al contrario, le persone di mezza età e anziane sono caratterizzate dalla tendenza opposta: sentirsi più giovani dei propri anni. Con l’avanzare dell’età, questa discrepanza si accentua e riguarda più le donne che gli uomini. I ricercatori hanno suggerito che gli adulti che sottovalutano la propria età si sentono più soddisfatti della vita attuale, ma temono anche che la vecchiaia si avvicini.
PASSO A MARCIA
Il modo più semplice ed efficace per ringiovanire il corpo è camminare. Gli scienziati giapponesi guidati da Youshikazu Yoneyi hanno condotto uno studio che ha coinvolto 2 gruppi di 15 persone. L’età media dei partecipanti era di 59 anni. A tutti i partecipanti è stato chiesto di fare passeggiate di 45 minuti a piedi per 5 giorni alla settimana per 8 settimane. A un gruppo è stato chiesto di utilizzare uno speciale dispositivo per monitorare la frequenza cardiaca, segnalando le anomalie. L’altro gruppo doveva regolare il carico in base alle proprie sensazioni. Prima e dopo l’esperimento sono state misurate varie caratteristiche fisiologiche e di qualità della vita. I risultati hanno mostrato che i volontari del primo gruppo hanno avuto una notevole riduzione della pressione sanguigna sistolica grazie all’esercizio. Si sono inoltre attenuati letargia, apatia, ronzii alle orecchie, costipazione, dolori articolari, insonnia, pessimismo. Tale effetto non è stato osservato nel secondo gruppo… Gli autori hanno concluso che l’allenamento è più efficace se si controlla costantemente l’intensità dei carichi richiesti, utilizzando come «trainer» rigoroso un’attrezzatura speciale.
DA CONTINUARE?
Un team di psicologi britannici guidati da Sarah Arber ha chiesto ai pazienti di una clinica di età compresa tra i 65 e i 93 anni se sarebbero stati disposti a sostenere la loro vita con mezzi quali la ventilazione artificiale e la rianimazione cardiaca e respiratoria, se necessario. È emerso che le donne avevano il doppio delle probabilità rispetto agli uomini di opporsi all’uso di tali tecnologie. Le donne temono di diventare un peso per gli altri, mentre gli uomini esprimono il desiderio di vivere il più a lungo possibile e non si preoccupano particolarmente delle conseguenze per gli altri. È degno di nota il fatto che le donne sposate più anziane siano disposte a utilizzare queste tecnologie per i loro mariti e a continuare a prendersi cura dei loro coniugi. Gli uomini, invece, pensano giustamente che le loro mogli siano contrarie all’uso di queste tecnologie.
Lo studio ha dimostrato che questi diversi atteggiamenti sono dovuti principalmente al fatto che le donne sono più preoccupate per la propria salute e per quella dei loro cari.