L’isola misteriosa di Martin Scorsese.

L'isola misteriosa di Martin Scorsese

I film con trame di malattie mentali sono sempre difficili da sopportare. Ognuno di essi mostra una diversa sfaccettatura della follia, ma raramente accade che l’eroe pazzo non catturi immediatamente l’attenzione del pubblico. Il dramma poliziesco «L’isola dei dannati» ne è un esempio, a conferma del fatto che i criteri di normalità mentale sono molto vaghi e il confine tra malattia mentale e salute mentale è molto incerto!

Così, due detective arrivano su un’isola dove c’è un ospedale psichiatrico per criminali e la cui fuga è quasi impossibile. Devono indagare sulla misteriosa scomparsa di un paziente. Per la maggior parte del film il personaggio di DiCaprio si comporta in modo adeguato, e anche le sue allucinazioni trovano una spiegazione nelle sue tragedie passate. Ma più si dipana il puzzle, più spesso incontra le paure più profonde della sua coscienza. Più i fatti si svelano nel corso dell’indagine, più si moltiplicano i sinistri misteri e meno è chiaro dove sia la verità e dove i deliri di un detective mentalmente squilibrato.

Il protagonista cerca di capire perché si trova sull’isola, e presto non riesce a capire chi è: un sano o un malato di mente? Questo enigma non dà pace allo spettatore fino al finale del film.

Alla fine, l’eroe si rende conto che potrebbe essere condannato a rimanere sull’isola per sempre. Il climax del film cambia l’intero significato della narrazione e sconvolge lo spettatore. Credo che molti siano rimasti completamente confusi dal fatto che Scorsese li abbia ingannati così abilmente.

«L’isola dei dannati»: una storia molto triste di un uomo nella cui vita si sono verificati eventi terribili. È impossibile vivere con un tale peso sull’anima. E si innesca il meccanismo di difesa psicologica della personalità: c’è un isolamento della memoria minacciosa dalla coscienza. Si sviluppa la cosiddetta amnesia isterica (dissociativa). Dimenticando e rimuovendo tutto ciò che di spiacevole e tragico c’è nella sua vita passata, l’eroe si immerge nel mondo delle illusioni e si scollega dalla realtà, nonostante tutti gli sforzi delle persone che lo circondano. Vive la propria vita, inventata, di un’altra persona con un nome diverso.

La frase finale dell’eroe del film rimane sospesa nell’aria senza risposta: «Cosa è meglio: vivere come un mostro o morire come un essere umano?». Difficilmente qualcuno di noi potrebbe rispondere sinceramente e obiettivamente a questa domanda…..

In ogni caso, il film è già stato inserito nella Tor 250 di IMDB (i migliori film di tutti i tempi).