Secondo un recente studio condotto da scienziati americani, i bambini le cui madri fumavano venti o più sigarette avevano il 30% di probabilità in più di diventare criminali.
Questo dato è stato confermato da indicatori medici e sociali, come la salute mentale e le condizioni dei genitori, e vale sia per i maschi che per le femmine.
Gli scienziati hanno seguito le sorti di quasi 4.000 bambini nati tra il 1959 e il 1966. I loro precedenti penali sono stati controllati tra il 1999 e il 2000, quando tutti avevano almeno 33 anni.
Gli autori dello studio hanno riferito che è emerso un modello molto convincente, per cui si può affermare con certezza che la nicotina ha un effetto sullo sviluppo del cervello. Tuttavia, gli scienziati non sono ancora pronti ad affermare inequivocabilmente che esiste una correlazione diretta tra il fumo durante la gravidanza e le tendenze criminali del bambino nato.
Tuttavia, il professor James Walker, vicepresidente del Royal College of Obstetricians and Gynaecologists, afferma che il fumo provoca danni tangibili sia alla futura madre che al feto. «I rischi includono il basso peso alla nascita, il travaglio prematuro e persino il parto morto. E se entrambi i genitori fumano, il neonato è doppiamente esposto al fumo tossico».
«Dobbiamo sostenere le giovani madri in ogni modo possibile e aiutarle ad abbandonare questa abitudine distruttiva. Le donne che hanno difficoltà a smettere di fumare durante la gravidanza dovrebbero essere incoraggiate a ridurre almeno le dosi», insiste il professor Walker.
Fonte: The Telegraph