In Europa sono state condotte da tempo ricerche per farsi un’idea di quali siano i valori più importanti nella vita moderna. Nei questionari sono state introdotte posizioni come «avere un bell’aspetto», «sembrare attraenti». I punteggi relativi a queste voci erano quasi sbalorditivi. Per molti partecipanti allo studio, questi valori si sono rivelati più importanti della salute, del benessere familiare, del destino dei propri cari e delle condizioni ambientali.
DIMOSTRAZIONE E VITA
La motivazione della dimostratività è una delle più importanti, attraverso la quale realizziamo molti altri bisogni.
Ad esempio, i bisogni di potere si realizzano attraverso segni di status elevato nell’abbigliamento e nello stile di comportamento. Anche la creazione di un’atmosfera di venerazione e di timore, la dimostrazione di potere e di influenza sono motivi di esibizione in pubblico molto attraenti e spesso riscontrati. D’altra parte, la dimostrazione di auto-umiliazione è calcolata per suscitare simpatia e aspettarsi aiuto e patrocinio. (1)
SPETTACOLO PER IL GUSTO DELLO SPETTACOLO
Ci sono però situazioni in cui il desiderio dimostrativo diventa importante di per sé. Nella cultura odierna c’è una seria lotta per mettersi semplicemente in mostra, per mettersi al centro dell’attenzione. Ciò è dovuto non da ultimo all’enorme ruolo dei mass media, alla trasformazione del mondo in un «grande villaggio». Mettersi in mostra è diventato più di una semplice via di accesso al potere. La presenza sugli schermi televisivi o sulle pagine delle riviste è, infatti, potere. È misurata dal numero di spettatori, da indicatori di rating di ogni tipo. Essere al centro dell’attenzione pubblica, diventare famosi o, per dirla con parole molto semplici, «essere nella scatola» è una motivazione autolesionista. Una persona che si trova nel campo dell’obiettivo della macchina fotografica si trasforma, agita la mano verso la macchina fotografica, manda baci all’aria ed è pronta a fare molto per essere di nuovo nell’inquadratura.
IL CENTRO È PIÙ IMPORTANTE DELLA PERIFERIA?
Ci sono parti della nostra struttura di personalità che sono profonde, inalienabili, vere. Sono chiamate in modi diversi: sé, sé autentico, nucleo della personalità. Tuttavia, ci sono anche alcune formazioni rivolte all’esterno, verso altre persone. Queste parti spesso non riflettono in alcun modo la realtà della nostra personalità. Sono maschere. Ci aiutano a rappresentare l’assenza di sentimenti laddove li proviamo. A mostrare sentimenti che non possiamo provare. I giudizi di tutti gli psicologi su questo argomento sono unanimi: più «maschere» ci sono in una persona, peggiore è il suo stato mentale, il suo benessere psichico, la sua crescita personale.
Gli psicologi moderni parlano del desiderio di essere una persona come di un bisogno indipendente molto importante. Il sé autentico richiede di essere preso sul serio.
DOV’È IL CONFINE TRA L’ESTERNO E L’INTERNO?
È impossibile essere una persona senza un sistema di valori personali. Questi valori devono essere realizzati e presentati. Tuttavia, nella nostra cultura c’è un netto divario tra ciò che è considerato «autentico» e ciò che è associato all’espressione, all’esterno. Infatti, i nostri valori autentici sono quelli che inevitabilmente vogliamo presentare agli altri, sono quelli che stanno alla base delle nostre interazioni quotidiane. È molto difficile vivere con alcuni valori e presentarne agli altri di completamente diversi.
LA PROFONDITÀ È BUONA QUANTO LA PROFONDITÀ
È impossibile trovare il confine tra l’esperienza stessa e la sua immagine esterna. Le cose più superficiali si rivelano le più profonde. Tuttavia, il desiderio di mostrare qualcosa, che si tratti di meriti o demeriti, è di per sé un bisogno fondamentale dell’uomo. Questo bisogno è alla base di molti fenomeni del suo comportamento, mentre la sua violazione è la causa principale di un’ampia varietà di disturbi mentali e problemi di vita.
La nostra psiche è altamente dimostrativa. Ciò è particolarmente accentuato nei momenti in cui siamo soli con noi stessi. Continuiamo a mostrare qualcosa a qualcuno, a spiegare qualcosa a qualcuno.
LA COMUNICAZIONE ATTRAVERSO L’IMMAGINE
Lo sviluppo personale non consiste solo nel calarsi nel proprio ruolo, nel creare le circostanze e la scenografia che ci vengono proposte. Non solo interagiamo con le immagini, ma entriamo in conflitto con esse. Pensiamo a situazioni aneddotiche come lo shopping «per fare dispetto» ai vicini, o alle celebrità che si contendono l’attenzione.
Il miglioramento dell’immagine è il motore dell’evoluzione personale. Quella che chiamiamo crescita personale finisce quando una persona smette di pensare all’impressione che fa. Tuttavia, anche una scarsa attenzione al proprio aspetto, un look poco curato o, per esempio, la mancanza di trucco in una donna non sono una conseguenza della trascuratezza della propria immagine. Al contrario, se l’ornamento è assente dove dovrebbe esserlo, potremmo trovarci di fronte a una performance particolarmente suggestiva e accattivante. Solo che lo spettacolo è diverso. Questo spettacolo parla di problemi. L’aspetto trascurato chiede partecipazione, aiuto.
Per essere notati, bisognava amplificare i propri messaggi verso l’esterno, in un modo o nell’altro. Se il dramma dell’isolamento è che «nessuno ti ascolta», allora una dimostrazione aiuta a superarlo. Una buona performance (non necessariamente rumorosa e colorata) è sempre un mezzo di comunicazione efficace, una via d’uscita dalla solitudine.
SPETTACOLO E MASCHERAMENTO
È necessario, tuttavia, distinguere lo spettacolo dalla mascherata. Lo spettacolo si svolge sullo sfondo di un’identità immutata. L’identità, conservando la sua autenticità, si preoccupa solo dei mezzi espressivi per presentarla. La particolarità della mascherata è che c’è un cambiamento di identificazione. A volte lo spostamento è totale, tanto che una persona è in grado di indossare solo maschere, a seconda dell’ambiente in cui si trova.
In questi casi si può parlare di sindrome di Zelig, così denominata dal nome del protagonista dell’omonimo film di Woody Allen. Zelig era noto per cambiare aspetto a seconda della compagnia in cui si trovava. Così, con i cinesi si trasformava in un cinese, con gli psichiatri in uno psichiatra, con i nazisti in un nazista. Il più delle volte, il mascheramento è necessario quando i mezzi espressivi che enfatizzano il volto naturale dell’individuo (l’immagine con cui una persona si identifica in ogni momento e senza disagio) sono insufficienti. Il compito dello psicoterapeuta in questi casi è quello di sostituire la manifestazione patologica (mascherata) con una normale.
DIMOSTRATIVO E SESSUALE
La dimostratività è strettamente legata alla sessualità. Non è un caso che nelle situazioni in cui i partecipanti a un incontro sessuale non sono in alcun modo vincolati, spesso vanno oltre il semplice coito e tendono a dare spettacolo. La situazione del cosiddetto sesso normale è caratterizzata dal fatto che i partner si guardano continuamente. Gli occhi, le mani, le labbra, le orecchie in questo contesto si trasformano in una sorta di «sonde», di obiettivi di videocamere, e i partner agiscono come attori e spettatori allo stesso tempo.
Quando un uomo va in un bordello, non cerca solo nuovi strumenti di piacere, ma anche un nuovo pubblico. È risaputo che il sesso nei bordelli, e il sesso comprato in generale, non è solo un rapporto sessuale nudo. Tutti sanno bene che le stanze di un bordello servono quasi sempre come una sorta di palcoscenico teatrale. Qui, come è noto, lo spettatore è comprato, ma allo stesso tempo partner sessuale e di scena.
L’ARTISTA COME ESIBIZIONISTA
Le pratiche artistiche hanno sempre svolto un ruolo di sfogo nella società, lasciando spazio alla realizzazione di desideri dimostrativi.
L’esibizionista fa semplicemente ciò che, nel profondo, è insito nelle persone con una sessualità cosiddetta normale. Espone non tanto se stesso, le sue «parti vergognose», quanto piuttosto i suoi desideri nascosti, spostati, ma piuttosto potenti, di mostrarsi. Le pratiche artistiche — e questo può essere considerato un luogo comune — sono esibizioniste nel senso pieno del termine.
Si basano su una lotta per la presenza, per il diritto di esporre, per il privilegio. Occupare uno spazio dove la gente viene a guardarti, sedurre chi ne scrive. In questa gara entrano in gioco molti fattori.
MOSTRARE CIÒ CHE È REPRESSO
Il più profondo è quello che ha subito lo spostamento più intenso. Lo spostamento è associato alla repressione. Più profondo è lo spostamento, più intensa è l’emozione che accompagna la dimostrazione di tale spostamento.
Nelle nostre azioni siamo ovviamente motivati dal desiderio di apparire belli e in modo tale che il maggior numero possibile di persone possa osservarci.
La famosa frase «Il mondo intero è un teatro. In esso, le donne, gli uomini sono tutti attori…». — diventa uno dei principali aforismi che riflettono l’essenza della modernità.
(1) Vilyunas V.K., Kravchenko A.S. Motivazione del comportamento dimostrativo // Psicologia moderna della motivazione / a cura di D.A. Leontiev. М., 2002. С. 122 — 151