Ricercatori americani hanno scoperto che il numero di suicidi dipende dall’economia di un Paese.
Gli scienziati del Centro per il controllo e la prevenzione delle malattie (New York) hanno analizzato i periodi di recessione e di ripresa dell’economia statunitense tra il 1928 e il 2007 e il loro impatto sulla psiche umana. È emerso che il numero di suicidi tra i cittadini del Paese in età lavorativa aumenta significativamente durante le crisi economiche e, al contrario, nei periodi di prosperità diminuisce drasticamente. Secondo i dati ottenuti dagli scienziati, questo fenomeno riguarda soprattutto le persone di età compresa tra i 25 e i 64 anni.
Gli specialisti del Centro hanno scoperto che l’aumento del numero di suicidi tra gli americani ha coinciso prima con il periodo della Grande Depressione (nel 1932 il loro tasso ha raggiunto i 22 casi ogni 100 mila persone), poi con il completamento del cosiddetto «nuovo corso» del governo Roosevelt, con il periodo della «crisi petrolifera» e con la «doppia repressione economica».
I tassi di suicidio più bassi sono stati registrati nel Paese durante gli anni di benessere e prosperità, come l’intero decennio dal 1991 al 2001, caratterizzato dalla prosperità economica e dal più basso tasso di disoccupazione.
Fonte: AMI-TASS