Il denaro uccide la compassione

Il denaro uccide la compassione

Tutti i ricchi sono davvero dei cafoni insensibili? Secondo dati recenti, più una persona è ricca, meno è incline all’empatia.

A pensarci bene, gli oligarchi dovrebbero essere i più compatiti di tutti: i politici li tassano in modo esorbitante, i broker li maltrattano e il 99% della popolazione li odia, desiderando segretamente di far parte della loro cerchia. Tuttavia, un nuovo studio dell’Università della California (Berkeley) ha dimostrato che più una persona è ricca, meno compassione mostra verso gli altri. Questo vale non solo per i rappresentanti della classe alta, ma anche per la classe media.

Il progetto è stato ideato dalla psicologa Jennifer Stiller, che ha selezionato accuratamente 300 studenti per partecipare all’esperimento. I partecipanti sono stati scelti secondo il principio della massima diversità dei livelli di benessere economico. Non è un segreto che le borse di studio degli studenti siano talvolta estremamente basse, il che significa che sono costretti a trovare ulteriori fonti di finanziamento. Gli specialisti hanno tenuto conto di questo fatto e nello studio hanno preso in considerazione il reddito delle persone che più spesso diventano sponsor degli studenti: i loro genitori.

Nella prima fase dello studio, gli esperti hanno chiesto a 148 partecipanti quanto spesso provano emozioni come gioia, amore, compassione e stupore. È stato anche chiesto loro di esprimere il proprio atteggiamento nei confronti di affermazioni come «noto spesso persone che hanno bisogno di aiuto». Naturalmente, le risposte a queste domande non possono essere considerate del tutto oneste, perché le persone tendono ad abbellirsi agli occhi degli altri. Ma lo scopo di questo test non era quello di verificare l’onestà dei soggetti, bensì di identificare le caratteristiche della loro personalità, uno dei materiali principali del lavoro dello psicologo.

Stiller e i suoi colleghi hanno studiato il materiale ottenuto e hanno scoperto che l’unica differenza indicativa tra le personalità degli studenti è legata al livello di reddito dei loro genitori: più piccolo è il bilancio familiare, più compassionevoli sono i membri di una famiglia.

La seconda fase dello studio ha coinvolto 64 partecipanti a cui sono stati mostrati due video: 1. una registrazione educativa emotivamente neutra sulle attrezzature per l’edilizia; 2. storie di esperienze di famiglie a cui è stato diagnosticato un cancro. Dopo la proiezione del secondo video, la maggior parte degli studenti ha riferito di provare tristezza, ma anche in questa fase dell’esperimento gli studenti provenienti da famiglie a basso reddito hanno empatizzato maggiormente con gli astanti.

Gli scienziati hanno deciso di testare la reazione del corpo dei soggetti al video e li hanno collegati a dei sensori che tracciavano i loro battiti cardiaci. Non sorprende che la frequenza cardiaca degli studenti sia rimasta calma durante il video educativo. Ma quando sullo schermo sono apparse le storie di cancro, i battiti cardiaci dei poveri studenti sono rallentati in modo significativo. Non c’era alcuna minaccia personale per i giovani, e quindi si è manifestata la loro empatia per i personaggi del video.

«Abbiamo scoperto che nel momento dell’empatia, la frequenza cardiaca diminuisce. Ciò può essere spiegato dal fatto che il corpo si calma inconsciamente per essere in grado di prendersi cura di un’altra persona», afferma Stiller.

Nella parte finale dello studio, gli esperti hanno diviso i 106 partecipanti in coppie e hanno chiesto loro di intervistarsi a vicenda su argomenti personali. Gli studenti sono stati avvertiti che Stiller e il suo team avrebbero valutato la condotta di ogni dialogo e che chi avesse affrontato l’intervista meglio degli altri avrebbe ricevuto un premio in denaro. Utilizzando i dati dei sensori, i ricercatori hanno scoperto quanto segue: tutti i soggetti hanno mostrato quasi lo stesso livello di stress e ansia durante il colloquio. Ma solo gli studenti poveri hanno mostrato le stesse emozioni nella conversazione dopo la fine della competizione.

Quindi, questo studio dimostra che i ricchi sono dei cafoni insensibili? Sì e no. Il basso livello di compassione che hanno mostrato nel test non significa che non siano in grado di provare empatia. Stiller sostiene che alle persone ricche manca semplicemente l’esperienza di incontrare situazioni che richiedono empatia.

Fonte: healthland.time.com