Ieri, oggi, domani. In quale tempo viviamo

Ieri, oggi, domani. In che tempo viviamo

Ognuno di noi ha una propria «prospettiva temporale». Alcuni di noi guardano costantemente al passato, altri vivono secondo il principio del «qui e ora», altri ancora pensano a ciò che accadrà domani, tra un anno, tra 10 anni e agiscono con una «prospettiva a lungo raggio». Questo orientamento determina in larga misura il nostro stile di vita.

ORIENTAMENTO AL FUTURO

Positivo

Il titolare di una piccola impresa edile lavora 12-14 ore al giorno. Qualunque cosa accada, rispetta sempre i suoi obblighi nei confronti dei clienti in tempo. Sa che guadagnarsi una reputazione impeccabile significa assicurarsi ordini per i prossimi 10 anni.

Cerca di prevedere e pianificare tutto in anticipo: come si svilupperà la sua azienda, quale università frequenteranno i suoi figli, anche se sono ancora all’asilo. Si prende cura della sua salute, si sottopone a regolari visite mediche e pratica sport, in modo da poter essere ancora «al top» a 90 anni. E non si stanca di ripetere: «Il futuro è nelle mie mani». Ma non si riposa quasi mai, va raramente in vacanza, e anche al resort — con un computer portatile e un telefono — è impegnato a «costruire» il suo futuro.

Negativo

Una donna «sulla cinquantina» lavora come contabile in una grande azienda stabile. È in regola con i conti, occupa una posizione dignitosa con uno stipendio elevato, ha un appartamento di proprietà, una casa di campagna. Sembrerebbe vivere ed essere felice. Ma è tormentata dall’incertezza del futuro, ha seriamente paura del futuro. Sembra che i problemi, uno peggiore dell’altro, si stiano già addensando sulla sua testa come nuvole di tempesta. «Cosa succederà domani? E se mi licenziano? E se la salute di mio marito peggiorasse drasticamente e non potesse più lavorare? E poi?». Ansia e dubbi la tengono in costante tensione. Non riesce a rilassarsi nemmeno in compagnia di amici, di tanto in tanto si chiude e si chiude in se stessa, elaborando nella sua testa un altro «piano di ritirata».

ORIENTAMENTO AL PRESENTE

Positivo

Un giornalista trentenne di cronache sociali: concerti, presentazioni, mostre, ritrovi. Molte delle persone con cui ha iniziato sono da tempo a capo di testate giornalistiche, ma a lui non interessa fare carriera. Si gode quello che ha. Scrive facilmente, annota il materiale su un registratore e corre all’evento successivo. Ha molti amici. Comunicare con lui è un piacere.

Vuole tutto dalla vita in una volta sola. E se fa una vacanza, la programma per intero, senza pensare a come influirà sulla sua salute o sul suo portafoglio. È interessato solo a ciò che accade qui e ora. Risolve i problemi man mano che si presentano e non è impegnato in un «lavoro preventivo»: ci sarà un giorno — ci sarà da mangiare. È inutile chiedergli dei piani per il futuro, si chiederà solo: «E cosa intendi?».

Negativo

L’insegnante di scuola primaria non è soddisfatto del lavoro, è infastidito da studenti e colleghi, è depresso da casa, non gli piace il tempo. Tutto le sembra grigio, noioso, monotono. È come se non sapesse come essere felice o si proibisse di esserlo: «Se inizi presto, tutto andrà sprecato! Per me è sempre così!».

Non riesce a smettere di pensare che le sue compagne e i suoi compagni di classe si sono sistemati nella vita molto meglio: alcuni sono fortunati con i figli, altri con i mariti, questo ha un ottimo lavoro, quello ha un appartamento lussuoso. Si confronta costantemente con gli altri e li invidia: «Vorrei avere lo stesso…». Anche quando succede qualcosa di bello, è sicura che sia un caso.

ORIENTAMENTO AL PASSATO

Positivo

Una giovane donna lavora all’Istituto di Letteratura Mondiale, studia i manoscritti antichi, scrive articoli scientifici e passa la maggior parte del tempo in archivio. Tutta la sua vita è incentrata sul passato. Le piace immergersi nei ricordi, «rivedere» nella sua testa i momenti felici della sua infanzia, guardare le foto della scuola e degli studenti, con la nostalgia dei «bei tempi andati».

Ricorda quella vita nei minimi dettagli, le piace visitare la scuola, incontrare gli insegnanti, organizzare riunioni. Si scalda al pensiero di quel periodo in cui si sentiva al meglio per i genitori, gli insegnanti e gli amici. Ed era sempre al centro dell’attenzione: non c’era concerto o gara che non prevedesse la sua partecipazione.

Questi ricordi con il segno «più» sono diventati per lei una sorta di «cuscino di sicurezza»: la fiducia in se stessa acquisita durante gli studi la aiuta a mantenere un atteggiamento positivo anche a distanza di anni.

Negativo

Un agente immobiliare di successo sulla quarantina è ancora alla ricerca di se stesso e rimpiange le occasioni mancate. Crede che i suoi «antenati» abbiano rovinato il suo talento: un tempo sognava di diventare attore, ma i suoi genitori lo hanno scoraggiato dal frequentare la scuola di teatro. Si è laureato in ingegneria, ma non lavora nella sua specialità.

A parte un reddito stabile, non vede alcun vantaggio nel suo lavoro, lo considera temporaneo ed è sicuro che, come persona creativa, dovrebbe dedicarsi a tutt’altro. Non ha pace per le offese nascoste, le lamentele contro genitori, insegnanti, amici, colleghi.

Come un «prigioniero del passato», scava sempre nei vecchi errori e nelle vecchie esperienze, cercando di «riscrivere mentalmente la storia»: «Ecco come avresti dovuto rispondere», «e poi ecco come avresti dovuto agire». Ora sa «come si sarebbe dovuto fare», ma non cambia nulla e provoca solo fastidio a se stesso e agli altri.

COMBINAZIONE DI SUCCESSO

Che cosa hanno in comune tutti i personaggi che abbiamo descritto? Ognuno di loro ha una personale «prospettiva temporale» con una marcata inclinazione in una direzione o nell’altra. Alcuni si concentrano solo su ciò che è accaduto ieri, altri esclusivamente su ciò che sta accadendo oggi, altri ancora si preoccupano solo di ciò che accadrà domani. Allo stesso tempo, valutano il tempo (passato, presente o futuro) che definisce la loro autocoscienza con un segno meno o più e guardano tutto dalla stessa angolazione.

Per fare contemporaneamente tesoro del passato, trarre energia dal presente e puntare al futuro, è utile imparare a gestire la propria prospettiva temporale. Ad esempio, quando dobbiamo finire un lavoro e rispettare una scadenza, è meglio essere orientati al futuro. Se vogliamo goderci il nostro tempo libero, una percezione positiva del presente ci aiuterà. E in occasione di una riunione, un’attenzione positiva al passato creerà un’atmosfera calorosa.

Secondo uno studio dello psicologo tedesco Philip Zimbardo, la seguente combinazione è considerata ottimale per una vita produttiva e stabile:

  • Un alto grado di orientamento positivo al passato;
  • un grado medio di orientamento positivo al futuro;
  • un grado medio di orientamento positivo al presente.

Questa combinazione presenta tre vantaggi decisivi:

  • In primo luogo, uno sguardo positivo al passato ci aiuta ad assicurarci che tutto non sia stato casuale e non sia stato vano, ci permette di vedere gli eventi di svolta, le loro cause e i loro effetti e, inoltre, di provare gratitudine per le persone che hanno cambiato in meglio la nostra vita;
  • In secondo luogo, un orientamento positivo verso il futuro ci conferisce ottimismo, siamo pronti ad affrontare nuovi compiti difficili e non abbiamo paura dei cambiamenti;
  • In terzo luogo, una percezione positiva del presente ci dà energia per affrontare ogni giorno.

La percezione negativa del passato, del presente e del futuro dovrebbe essere espressa il più debolmente possibile. Ma non deve essere completamente esclusa: è necessario capire «da dove nascono le gambe».

VIVERE IL PRESENTE

Risparmiare tempo con amici e famiglia per dedicarsi al lavoro? Viviamo con una sensazione di costante pressione temporale? Rimandando le vacanze e annullando gli incontri con gli amici? È quello che succede a chi è abituato a rimandare la «vita a dopo» e a vivere con la preoccupazione del domani: fare una cosa e pensarne un’altra. Per esempio, parlano al telefono con la mamma e nella loro testa rivivono la relazione che sta per arrivare.

Cominciamo con una cosa semplice. Osserviamo la nostra motivazione e cerchiamo di sentire che facciamo il nostro lavoro non perché dobbiamo, ma perché vogliamo. Concentriamoci sui compiti prioritari, senza fare il passo più lungo della gamba.

L’importante è imparare a percepire il tempo come un dono, ad apprezzare il presente senza essere costantemente distratti dai pensieri sul futuro. Così potremo trovare il tempo per noi stessi e per le persone che ci sono particolarmente care.

La prospettiva del tempo: imparare a essere moderati

L’energia incontenibile delle persone che vivono nel «qui e ora» è attraente e contagiosa. Tuttavia, tendono a «vivere la vita» senza meta, passando molto tempo a socializzare sui social network o in feste rumorose. Alla fine, essi stessi smettono di essere attratti, eccitati, divertiti.

Se si abbassa l’audio, si riesce a distinguere meglio il testo. E così è anche in questo caso: «abbassando il volume» possiamo finalmente ascoltare la nostra voce interiore e capire cosa vogliamo davvero dalla vita, a cosa aspiriamo, se abbiamo un obiettivo e, se sì, qual è. È bello essere il protagonista della propria vita, certo, ma è ancora più interessante esserne il regista. Cerchiamo quindi di non concentrarci solo sul presente, ma proviamo a pensare al futuro e a immaginare nei dettagli lo scenario degli eventi futuri.

CAMBIAMO LA NOSTRA ATTENZIONE AL PASSATO

Cosa fare se torniamo mentalmente al passato più e più volte, giustiziandoci per gli errori commessi? La cosa principale è non ridurre le esperienze passate solo a eventi negativi. Vale la pena trattarli come brevi episodi e cercare di guardarli in modo nuovo, rivalutandone l’importanza. Se a un episodio sfortunato ne aggiungiamo altri con il segno «più», che certamente ci sono stati e ci sono nella nostra vita, ci apparirà in una luce più favorevole. I nostri ricordi sono facili da modificare. Quando ricostruiamo un periodo della nostra vita, possiamo «mettere fuori parentesi» molto di ciò che ci ha provocato emozioni negative e basarci su momenti felici e significativi per noi.

Se siamo consapevoli della nostra prospettiva temporale e la rendiamo mobile, senza darci completamente al passato, al presente o al futuro, saremo in grado di percepire la vita non come un film in bianco e nero, ma come un quadro a colori con effetto 3D. E allora avremo ricordi più piacevoli che non ci riportano indietro, vedremo le prospettive per il futuro che ci ispirano e non ci impediscono di goderci il presente. Ciò significa che saremo in grado di vivere una vita davvero interessante e ricca e di vedere il significato di tutto: di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà.