Un team di scienziati dell’Istituto di Salute di Aragona in Spagna ha identificato tre tipi di dipendenti che vanno in burnout sul lavoro. Li hanno etichettati come «agitati», «sottoccupati» e «esausti».
Alla base della categorizzazione c’è uno studio condotto su 409 dipendenti dell’Università di Saragozza. Il gruppo di soggetti comprendeva amministratori, lavoratori dei servizi, insegnanti e ricercatori.
«Fidanzato». Questo tipo di dipendente si esaurisce a causa del sovraccarico di lavoro. È più probabile che si tratti di persone che lavorano più di 40 ore alla settimana. Anche chi lavora 35 ore può incorrere nella sindrome da burnout, ma per motivi diversi. I dipendenti «agitati» sono più ambiziosi e si prefiggono una gamma di compiti più ampia rispetto a tutti gli altri.
«Incompleto». Questo gruppo comprende i dipendenti il cui lavoro è troppo monotono. Ritengono che le loro qualità personali non siano importanti per la realizzazione del loro lavoro e non vedono prospettive di sviluppo per se stessi. Non sorprende che il numero di dipendenti di questo tipo sia tre volte maggiore tra il personale amministrativo e di servizio che tra i docenti e i ricercatori.
«Esaurito». Questo tipo di dipendente si esaurisce a causa di una lunga assenza di promozione. Ad esempio, un dipendente dei servizi che ha lavorato nella stessa posizione per 16 anni ha cinque volte più probabilità di rientrare in questo gruppo rispetto a chi ha lavorato nella stessa posizione per soli quattro anni.
Fonte: ScienceDaily