Una ricerca condotta da psicologi dell’Università dello Utah e della Michigan State University (USA) mostra chiaramente che sono gli accaniti «multitaskers» ad essere meno efficaci nel fare più cose contemporaneamente.
Gli scienziati hanno proposto a studenti volontari di sottoporsi a test psicologici sulla personalità e hanno chiesto loro di valutare la loro capacità e propensione al multitasking. Hanno poi condotto un esperimento chiedendo agli studenti di completare due compiti semplici ma diversi allo stesso tempo. L’80% dei partecipanti ha valutato la propria capacità di svolgere più compiti contemporaneamente come «superiore alla media» (il che è statisticamente impossibile), e sono stati loro a ottenere i punteggi più bassi nel test di multitasking. Coloro che hanno ottenuto i risultati migliori hanno dichiarato nel questionario di non essere inclini alla dispersione e di aver valutato in modo modesto la loro capacità di lavorare in multitasking.
Studi precedenti di neuroscienziati americani hanno dimostrato che, a differenza di un computer, il cervello umano non è adattato al multitasking e il carico sulle strutture neurali è «fuori scala» se il cervello lavora in questa modalità per molti anni di seguito. Con l’età, i «multitasker» cronici manifestano più o meno gli stessi sintomi dei controllori di volo in pensione. I loro cervelli si consumano fino al limite, il che contribuisce a un gran numero di malattie neurologiche.
Da webmd.com