Il canale televisivo britannico Channel 4 sta girando una serie di documentari intitolata «Drugs Live». In ogni episodio un personaggio assumerà una droga sotto stretto controllo medico e parlerà di come si sente, mentre gli scienziati studieranno le reazioni del suo corpo. Per ulteriori informazioni, consultare la rivista Snob
Alexander SHUVALOV, candidato a scienze mediche, narcologo
La propaganda è una cosa complicata e tutt’altro che univoca. Più si parla dei danni delle droghe, più se ne fa uso.
È impossibile, per quanto lo si voglia, confrontare la nostra mentalità con quella dell’Europa occidentale. Siamo persone di pianeti diversi. Chi dice che l’assunzione di una droga con calma e sotto stretto controllo medico, che non ha portato a conseguenze spiacevoli (e questo non è chiaramente previsto dalla sceneggiatura del film) non susciti l’interesse dello spettatore? Lo sperimentatore non è morto, e che esperienza interessante ha avuto! Perché non ci provo anch’io?
In tutti i pazienti, anche l’incontro con un familiare tossicodipendente scatena un’attrazione mai sopita. Una persona sana, in virtù dell’istinto innato «Che cos’è?», guarderà con attenzione questa serie televisiva originale. Ebbene, cosa ne seguirà non si sa, anche se possiamo ipotizzare la presenza di una predisposizione genetica, del microambiente. Ma questo sarà un ragionamento post factum.
Naturalmente, in questo caso non ci può essere una valutazione univoca. In teoria, tutto è corretto. Non si dovrebbe tacere su un problema urgente, ma sarebbe bene non attirare indebitamente l’attenzione su di esso. Ma bisogna rendersi conto che la diffusione della tossicodipendenza segue un proprio percorso complesso, dipendendo solo in minima parte dai media.