Poiché una descrizione dettagliata di tutte le complessità della trama del film Inception richiederebbe diverse pagine, e cercare di raccontarla «in due parole» è quasi irrealistico, limitiamoci a ricordare che il ruolo principale di Dominic Cobb è stato interpretato da Leonardo DiCaprio, e proviamo a curiosare all’interno dello spazio cinematografico stesso, perché dal «sogno» al «cinema» è praticamente un passo solo.
Su cosa si basa la trama a più livelli del film? Per quanto possa sembrare strano per gli appassionati di risolvere ogni tipo di enigma fantascientifico, si basa su cose piuttosto semplici: due principi di sviluppo e alcune idee quasi scientifiche della serie dei «sogni controllati» portate a un limite fantastico.
Innanzitutto, proprio su questi principi. In primo luogo, lo sviluppo della trama ricorda molto da vicino quello che avviene nelle sedute di terapia psicoanalitica — solo che, invece di vere e proprie analisi dei sogni, allo spettatore vengono presentati sogni «diretti» o «controllati», che tutti i tipi di adepti delle scuole esoteriche e altri amanti degli stati alterati di coscienza cercano di praticare. In secondo luogo, il film utilizza una tecnica classica di tutti gli scrittori di fantascienza: lo «sviluppo ulteriore» di conoscenze già esistenti a livello di finzione.
A ciò si aggiunge un assortimento di idee provenienti da vari campi della psicologia: dalle idee psicoanalitiche sui problemi «edipici» tra figli e padri (con cui entrambi i protagonisti peccano) a ogni sorta di idee provenienti dal campo della psicologia dei sogni, della percezione, del trauma psicologico e del comportamento suicida.
IL SOGNO COME REALTÀ ALTERNATIVA
La bellezza dello studio dei sogni è che un sogno è un «fenomeno» che non richiede alcuna verifica o prova. Ciò che può essere misurato con i metodi scientifici disponibili non ha nulla a che vedere con il contenuto dei sogni. Al massimo, si conosce la natura approssimativa dei sogni delle persone con problemi mentali. Gli epilettici, per esempio, possono avere sogni vividi e da incubo con contenuti catastrofici, e i sogni degli schizofrenici possono essere pieni di deliri.
Per quanto riguarda le proprietà dei sogni ordinari, ci sono molte cose che rendono la trama stessa del film davvero irrealistica. Il fatto è che una delle caratteristiche principali dei sogni è che di solito sono profondamente simbolici, cosa che non avviene nel film (il treno generato dai ricordi traumatici di Cobb sulla strada automobilistica di una città immaginaria non conta). L’approccio stesso alla gestione dei sogni elimina completamente ogni simbolismo, cioè «l’espressione di una cosa attraverso un’altra». Quali simboli, se l’intero sogno è una finzione onirica.
Non basta addormentarsi e sognare insieme, ma deve esistere uno «spazio onirico» comune in cui sia possibile stare insieme. E questo è abbastanza difficile da conciliare con un’altra caratteristica del mondo onirico: qualsiasi cosa vediamo in un sogno, sarà tutto su di noi.
GIOCHI CON IL TEMPO
L’idea della relatività della percezione del tempo appare piuttosto fantastica nel film. Esistono almeno il tempo astronomico, biologico e psicologico. È anche noto che in uno stato di stress la percezione del tempo di una persona può cambiare. L’unico problema è che questa percezione soggettiva del tempo non può essere sincronizzata da più teste contemporaneamente. In altre parole, è impossibile rendere la reazione soggettiva di una persona una realtà oggettiva per gli altri.
Secondo le ricerche psicologiche, la percezione soggettiva del tempo è influenzata (oltre che da innumerevoli caratteristiche personali di una persona) da almeno altri due fattori: la situazione di stress e la «colorazione emotiva del processo di attività». Il modo in cui una persona valuterà l’intervallo di tempo dipende anche dal suo atteggiamento nei confronti di ciò che sta accadendo. Ora potete immaginare quanti «parametri» e stati complessi debbano essere sincronizzati affinché più persone non solo vedano lo stesso sogno, ma percepiscano anche il tempo nello stesso modo. Quindi, per far sì che il tempo rallenti davvero, dovremo usare un metodo collaudato: mandare i personaggi su altri pianeti.
Ciò su cui è impossibile dissentire è l’influenza pervasiva della musica (ricordiamo che i «sognatori» del film vengono riportati alla realtà da una canzone di Edith Piaf). In effetti, la musica ha la proprietà di penetrare in quegli strati della psiche dove è impossibile arrivare con l’aiuto di altri mezzi di comunicazione. La musicoterapia viene utilizzata per riabilitare i pazienti autistici, cioè dove le parole sono impotenti. Non è quindi un caso che la voce di una bambina francese faccia breccia negli strati di diversi sogni.