Le emozioni negative sono la causa di molte malattie psicosomatiche. Se non trovano uno sfogo, possono non solo persistere a lungo, ma anche accumularsi, trasformandosi in forma corporea sotto forma di sintomi di malattia. Soprattutto se una persona non sa o non vuole separarsi dalle emozioni dolorose e le «alimenta» involontariamente, passando continuamente attraverso un circolo vizioso di pensieri e ricordi negativi ad esse associati.
Le emozioni negative che derivano da un così lungo «stoccaggio», ahimè, non si indeboliscono, ma, al contrario, iniziano a distruggere furtivamente il corpo. Come liberarsi dalle morse — esperienze «bloccate» nell’anima e nel corpo? È qui che viene in soccorso l’approccio corporeo e riflessivo, meritatamente popolare. Aiuta le persone che soffrono delle «conseguenze» corporee delle emozioni negative a imparare a liberarsene in modo efficace.
Per farlo, la prima cosa da fare è conoscere il proprio corpo. Sì, è con esso, nativo, sembrerebbe, così familiare e studiato lungo il percorso. Tuttavia, uno sguardo più attento rivela che esistono aree speciali, o zone di vulnerabilità allo stress, che rispondono con sensazioni molto fastidiose ogni volta che una situazione traumatica viene ripetuta o addirittura ricordata.
Spesso si tratta delle cosiddette «morse muscolari»: aree muscolari dolorosamente tese che conservano tracce di stress e di emozioni negative. Il loro insieme forma il cosiddetto «guscio muscolare», che riflette le peculiarità del carattere di una persona, un insieme di difese psicologiche abituali.
Di conseguenza, quando queste morse vengono eliminate o almeno temporaneamente indebolite, scompaiono anche le emozioni negative in esse conservate. Lo strumento per eliminare le «morse» sono i movimenti, ma non semplici, bensì emotivamente espressivi, che diventano un ponte tra lo stato psicofisico attuale e la memoria corporea ed emotiva.
Essi aiutano a ricreare stati corporei simili a quelli in cui le reazioni allo stress erano fissate nella memoria emotiva e le «morse» muscolari nella memoria corporea. In questo modo diventa possibile il compito psicoterapeutico più importante: il «rifacimento» della memoria.
È il «rivivere» gli stati di stress abituali in modo nuovo, in un ambiente tranquillo, che permette di riorganizzare i ricordi, di liberarsi dalle associazioni dolorose di stati corporei ed emotivi. Ciò richiede che i movimenti siano consapevoli, eseguiti sullo sfondo di un’attenta auto-osservazione. Ma, inoltre, hanno anche lo scopo di risvegliare le emozioni represse. Ciò significa che i movimenti devono essere accompagnati da pensieri sulle fonti delle esperienze, sui loro specifici colpevoli.
Tali movimenti devono essere ripetuti fino a quando i pensieri e i ricordi non cessano di essere sgradevoli, fino a quando non causano una risposta corporea fastidiosa. In questo modo è possibile liberarsi della scia emotiva negativa dello stress e del suo riflesso nei muscoli.
Si utilizzano due tipi di movimenti fondamentalmente diversi.
1. «Tensione senza movimento»,
seguita da un rilassamento del muscolo.
2. «Movimento con tensione».
Più precisamente, con il superamento di una resistenza esterna appositamente creata, la cui rimozione fa sì che il movimento esploda verso l’esterno come una molla compressa. In questa liberazione del movimento trattenuto coinvolto nell’espressione di emozioni precedentemente «congelate», si ottiene la loro scarica. L’emotività meridiana è particolarmente efficace.
Nel nostro corpo esistono meridiani riflessi, o canali, gruppi di punti biologicamente attivi collegati a vari organi interni. Per influenzare questi punti si utilizzano vari metodi di riflessologia e di psicocorrezione corporea. Quest’ultima è comprensibile: dopo tutto, la cosa principale che scorre attraverso questi canali sono le emozioni, o meglio le loro manifestazioni corporee. Esistono connessioni riflesse dei meridiani con determinati muscoli e, di conseguenza, con determinati movimenti, studiate dai medici americani Goodhart e Tee. Sono questi movimenti che vengono utilizzati per neutralizzare la manifestazione corporea delle emozioni associate a specifici meridiani e organi interni. In questo modo i movimenti diventano curativi per il corpo e per l’anima.
VOLETE PROVARE?
Proviamo ad allontanare la mano da qualcuno che si trova alle vostre spalle. Avete immaginato chi potrebbe essere?
Allora iniziamo il rilascio emotivo con un movimento della mano destra, che sarà trattenuta dalla sinistra. Siete pronti? Fate un respiro profondo, trattenete il fiato e iniziate a tendere energicamente i muscoli di entrambe le mani: la mano destra cerca di fare un «gesto» di ritorno, ma la mano sinistra la tiene ferma, intercettandola appena sopra il polso.
Contare: uno e, due e, tre e… Al conto di sette, la mano sinistra rilascia la mano destra e la mano destra, insieme alla tanto attesa rapida espirazione, si «libera», compiendo un movimento brusco e ampio. Ascoltate attentamente il vostro organismo, osservate cosa è cambiato nelle sensazioni corporee — non tanto nel braccio destro in sé, ma in altre parti del corpo (soprattutto nel petto, nella parte superiore dell’addome e nella zona del collo).
Ripetete la procedura per 5-7 volte, notando gradualmente una manifestazione sempre più netta delle sensazioni di rilascio emotivo. Poi fate lo stesso con la mano sinistra, ottenendo che le sensazioni diventino simmetriche. Questa equalizzazione delle sensazioni su entrambi i lati, il loro corretto bilanciamento contribuirà a mantenere l’equilibrio mentale.