Il febbraio 2012 ha portato una triste «messe» di suicidi di 14-15enni. Prima un ragazzo che si è impiccato a Yakutsk. Poi un ragazzo di Mosca che si è buttato dal 14° piano dopo un litigio con i genitori. Ragazze di Lobnya, che si sono buttate dal tetto. All’11 febbraio, il canale REN-TV ha riportato circa 10 casi in diverse parti della Russia, ma con un triste schema: tutti erano studenti di 8-9 anni. Purtroppo non c’è aiuto per questi bambini. Gli psicologi stanno lavorando con i genitori e alcuni di loro sono indagati con l’accusa di «induzione al suicidio».
La cosa più importante che possiamo fare ora è rispondere alle domande: possiamo tenere nostro figlio al sicuro? E come possiamo riconoscere che è pronto al peggio: a togliersi la vita?
Perché un adolescente potrebbe volersi suicidare?
1. relazioni difficili in famiglia, con i genitori e altre persone vicine.
Di norma, si tratta di numerosi conflitti, «incomprensioni», umiliazioni morali o addirittura fisiche, mancanza di rispetto per la personalità del bambino, i suoi desideri e le sue aspirazioni. In questo caso si verifica un «conflitto di relazioni di dipendenza». L’adolescente è ancora molto legato emotivamente ai genitori, ma allo stesso tempo comincia a rendersi conto della necessità di «separarsi» da loro. L’età difficile provoca situazioni di conflitto, e se i genitori sono troppo duri, oppressivi e crudeli, il figlio o la figlia cerca di svalutare la loro personalità, coltivando un atteggiamento ostile nei loro confronti. Ma poiché l’identificazione con la madre e il padre è ancora forte, questo porta a una diminuzione dell’autostima dell’adolescente. Se il processo va avanti, la vita stessa viene svalutata. In questo caso, il suicidio può essere percepito come l’unico modo per ripristinare lo «status quo» e, attraverso di esso, il proprio valore. Se un adulto in questa situazione capisce che il suicidio non risolverà la relazione, l’adolescente non è abbastanza realista per valutare la situazione. Inoltre, può avere la speranza di essere salvato «all’ultimo momento», cosa che purtroppo spesso non è giustificata.
IMPORTANTE: cercate di essere sensibili ai desideri e alle aspirazioni di vostro figlio. Mantenete un atteggiamento rispettoso. Anche se lo rimproverate, non usate epiteti offensivi, parlate solo del comportamento problematico, di ciò che vi dà fastidio. Assicuratevi di discutere di come lui vede la propria via d’uscita dalla situazione. Non insultate la sua personalità e i suoi sentimenti! Se vedete che non riuscite a farcela, seguite un corso di formazione sulle competenze genitoriali.
2. Amore non corrisposto.
L’autostima di un adolescente soffre notevolmente se l’oggetto d’affetto lo rifiuta, soprattutto dopo un periodo di «relazione». Soprattutto, quando viene «sostituito» da qualcun altro. Se l’attaccamento è grande, allora entrano in vigore tutte le stesse leggi del «conflitto di relazioni dipendenti», ma solo rivolte all’oggetto d’amore.
IMPORTANTE: è bene che siate consapevoli delle «relazioni amorose» di vostro figlio. Naturalmente, questo è possibile con un certo credito di fiducia e un sufficiente grado di vicinanza tra voi. Cercate quindi di mantenere un rapporto rispettoso tra di voi. In questo caso, c’è un’alta probabilità che, piangendo sulla vostra spalla, vostro figlio sia confortato e non gli venga in mente di dire addio alla vita.
3. Umiliazione negli istituti scolastici.
Non tutti gli adolescenti reagiscono in modo acuto alla maleducazione e all’atteggiamento irrispettoso degli insegnanti. Per suicidarsi per questo motivo, la sfera educativa deve essere di primaria importanza per lui. Un forte attaccamento emotivo agli insegnanti è piuttosto un’eccezione. Pertanto, questo motivo può essere la «goccia che fa traboccare il vaso» se ci sono conflitti insormontabili in altre aree della vita del bambino. Le note di suicidio che indicano comportamenti umilianti da parte degli insegnanti possono essere un tentativo di coprire il vero problema che ha portato alla decisione di porre fine alla sua vita, oltre che una vendetta.
IMPORTANTE: monitorare il rapporto dell’adolescente con gli insegnanti. Anche se è «difficile», non permettetegli di essere umiliato. Consigliategli una formazione sulla comunicazione che gli consenta di migliorare la propria competenza sociale e di ridurre i conflitti nella comunicazione.
4. Reazione acuta al lutto.
Gli adolescenti, con la loro instabilità emotiva, sono più a rischio di suicidio sull’onda di un lutto acuto rispetto agli adulti. La morte di una persona cara, di un amico, la perdita della casa, la notizia di una malattia terminale, uno stupro: sono tutti motivi seri che possono portare un adolescente all’insofferenza della situazione e al desiderio di «farla finita». Un tentativo di togliersi la vita può verificarsi in qualsiasi momento durante il primo anno dopo l’incidente. Se l’adolescente «non ha fatto nulla» nelle prime ore o nei primi giorni, questo non deve ingannare la vostra vigilanza.
IMPORTANTE: se il vostro adolescente ha vissuto una situazione psicologicamente traumatica, chiedete aiuto a un terapeuta. In questo caso è particolarmente importante che sia aiutato da un professionista che conosca le fasi del lutto e abbia le tecniche per aiutarlo. Rimanete vicini a vostro figlio, parlategli, dategli sostegno, delineate progetti per il futuro. Chi vede un futuro non si suicida.
Sulla strada della decisione
Un adolescente non si suicida immediatamente, soprattutto se non si tratta di uno stato di lutto acuto. In tutti gli altri casi, passa un certo percorso sul quale può essere fermato.